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Responsabilità sanitaria, scatta il conto alla rovescia: meno di sei mesi al traguardo del 16 marzo 2026
Il tempo stringe. Con il D.M. 232/2023, attuativo della Legge Gelli-Bianco, si avvia alla conclusione la lunga fase transitoria che ha concesso a strutture e professionisti sanitari due anni per adeguare le polizze ai nuovi requisiti.
Il tempo stringe. Con il D.M. 232/2023, attuativo della Legge Gelli-Bianco, si avvia alla conclusione la lunga fase transitoria che ha concesso a strutture e professionisti sanitari due anni per adeguare le polizze ai nuovi requisiti. Il termine del 16 marzo 2026 è ormai dietro l’angolo e la sanità italiana si trova di fronte a un passaggio obbligato: senza coperture conformi, il rischio è quello di scoperture assicurative e contenziosi dirompenti.
Le compagnie specializzate nel ramo “MedMal” hanno giocato d’anticipo. Già da oltre un anno i contratti sono stati riscritti alla luce dei nuovi massimali minimi, delle clausole di retroattività e ultrattività e della possibilità di azione diretta del paziente contro l’assicuratore. Oggi il portafoglio di offerta è sostanzialmente allineato, con soluzioni multistrato e programmi calibrati sulle diverse classi di rischio.
Molto più complesso lo scenario per le strutture sanitarie. I grandi gruppi privati e gli ospedali di riferimento hanno avviato per tempo la rinegoziazione, accantonando fondi rischi in bilancio e rafforzando sistemi di risk management e compliance clinica. Ma una parte consistente di poliambulatori, cliniche periferiche e realtà di piccole dimensioni sta affrontando ora, in corsa, l’impatto economico dell’adeguamento. Premi più alti e condizioni più selettive rischiano di erodere margini e spingere verso scelte drastiche: riduzione delle attività a maggiore esposizione (chirurgia, ostetricia, anestesia) o ricerca di coperture collettive regionali e consortili.
Il mercato assicurativo si presenta dunque in tensione. Secondo analisi riportate da Assinews e Il Sole 24 Ore, il rialzo medio dei premi si aggira tra il 10 e il 20% rispetto al biennio 2023-2024, con punte superiori nei segmenti ad alto rischio. I broker registrano un boom di richieste negli ultimi mesi, segnale di un’accelerazione forzata da parte delle strutture in ritardo.
Il conto alla rovescia verso marzo 2026 non riguarda quindi solo la compliance normativa, ma anche la sostenibilità del sistema. La sfida sarà conciliare tutela del paziente, equilibrio economico delle strutture e stabilità del mercato assicurativo.
Una partita decisiva che si gioca nei prossimi sei mesi.
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