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Liguria, in molti rinunciano alle cure a causa di liste d’attesa snervanti e ticket
Il Rapporto 2015 sul Federalismo in Sanità disegna un quadro italiano e regionale con molte ombre
E’ un quadro con poche luci e molte ombre quello disegnato dal Rapporto 2015 dell’Osservatorio Civico sul Federalismo in Sanità, prodotto dal Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva e presentato in questi giorni alla stampa. Rapporto in cui si sottolinea che oltre 4 milioni di italiani rinunciano, per colpa di ticket e liste d’attesa, a curarsi come dovrebbero: rinuncia dettata da motivi economici e difficoltà d’accesso alle prestazioni; una tendenza acuita drammaticamente nel Sud del Paese.
Più in dettaglio, prendendo a riferimento alcune “voci”
ATTESE SNERVANTI E TICKET
In Italia, un cittadino su 4, fra gli oltre 26mila che hanno chiesto l’intervento del Tribunale per i Diritti del Malato nel corso del 2015, lamenta problemi nell’accedere alle prestazioni sanitarie a causa di attese molto lunghe e in ragione degli esborsi collegati ai ticket.
A sollevare proteste per la tempistica snervante di visite ed esami sono i residenti di molti distretti territoriali tra cui la Liguria, assieme a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Veneto e Provincia Autonoma di Trento e Bolzano.
Mentre per quel che riguarda il livello di compartecipazione dei singoli cittadini ai ticket regionali – parliamo di strutture pubbliche – questo parametro tra il 2013 il 2014 ha seguito un vero e proprio andamento a macchia di leopardo: è diminuito solo in poche realtà geografiche; accanto alla Liguria, compaiono Sicilia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento e Bolzano.
STANDARD OSPEDALIERI
Distonie si registrano altresì nel Regolamento sugli Standard Ospedalieri, specie nella media dei giorni di degenza per le acuzie (il riferimento da rispettare è pari a 7): risultano allineati Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta e Marche. La Liguria arriva a 7.63, molto vicina al Friuli Venezia Giulia (7.58).
PREVENZIONE
Differenze evidenti pure sul fronte della prevenzione: su 16 Regioni messe sotto lente dal Ministero della Salute nel 2013, la metà di esse è rispondente alle indicazioni date (Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto) ma tra queste, 3 “tornano indietro” nel confronto con il 2012: Liguria, Basilicata e Veneto.
VACCINAZIONI
Per la Liguria va meglio l’esame del capitolo “Vaccinazioni obbligatorie infantili” (il 95%), assieme a Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, Valle d’Aosta.
SCREENING ONCOLOGICI
Nel 2013 sono stati spediti più di 11 milioni d’inviti per la partecipazione a 3 programmi di screening oncologico: mammografico, colon-rettale e cervicale. Purtroppo l’invito è stato accolto da meno della metà delle persone contattate. Sullo screening mirato all’individuazione di tumori alla mammella, molte regioni registrano percentuali al di sotto della media nazionale in termini di copertura: accanto al Sud spiccano Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria.