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Genova, valvole artificiali per aiutare il cuore malato
I risultati della sperimentazione nel convegno della Società Italiana di Cardiologia Invasiva
Valvole aortiche artificiali, di nuovissima concezione, al posto delle valvole native ormai compromesse dalla malattia - e non più funzionanti - inserite all’interno dell’organismo senza dover ricorrere all’intervento chirurgico.
E’ questa l’ultima frontiera della tecnologia, “oggetto” del recente congresso organizzato a Genova dalla Gise, Società Italiana di Cardiologia Invasiva, svoltosi nella prima metà di ottobre alla presenza di 1600 specialisti.
Le valvole esaminate dai convegnisti potrebbero risultare più semplici all’inserimento e soprattutto offrire prestazioni superiori rispetto a quelle conosciute e adottate. Sperimentate su diversi pazienti in Italia, vengono “spinte” fino al cuore passando per i vasi sanguigni o la punta del muscolo cardiaco, guidate da un sottilissimo tubicino e, arrivando all’altezza di quelle danneggiate, “rilasciate” nella giusta posizione.
Il congresso Gise ha altresì rappresentato l’occasione di confronto sul trattamento dell’infarto acuto. Nel corso del simposio si è riconosciuta la validità delle reti regionali che oggi arrivano a coprire il 90% del fabbisogno reale.
Nel nostro Paese ogni anno più di 120 mila persone sono vittime di un “attacco”: l’infarto acuto del miocardio rimane la principale causa di morte nella popolazione adulta europea con circa il 30% dei decessi.
“Ad essere di concreto sostegno ed aiuto ai malati - hanno sottolineato i congressisti - sono soprattutto le tecniche rivolte a dilatare le arterie coronarie occluse (l’origine dell’evento infausto)”.
Nel 2013, questi i dati diffusi, in Italia i centri specializzati hanno fatto ricorso all’angioplastica coronarica primaria in 32 mila casi, con un incremento di oltre il 6% rispetto al 2012.